"3x3x6" Il padiglione di Taiwan alla 58ª Biennale di Venezia 2019

L'artista Shu Lea Cheang crea un lavoro specifico per il sito per esplorare il confine e la liberazione

Il Museo delle Belle Arti di Taipei, insieme all'artista Shu Lea Cheang e al curatore Paul B. Preciado, hanno il piacere di annunciare oggi "3x3x6", il nuovo progetto che rappresenta Taiwan alla 58ª Biennale di Venezia del 2019. A partire dall'evoluzione dell'artista negli ultimi trent'anni, Cheang presenta un nuovo progetto di ricerca multimediale composto di immagini, installazioni e programmazione per computer, in cui convergono il passato e il presente, i mondi virtuali e quelli reali.

Nata nel 1954, Cheang è cresciuta a Taiwan e ha sviluppato la sua pratica artistica negli Stati Uniti e in Europa, mettendo in contatto un approccio contemporaneo occidentale e orientale nei confronti del corpo umano con il desiderio, l'affetto e la tecnologia. Cheang, riconosciuta a livello internazionale come pioniera dell'arte nella rete, esplora il mutevole rapporto tra tecnologia e corpi viventi nell'era del tardo capitalismo e della globalizzazione e il suo impatto sull'ordinamento statale. Cheang combina le tradizioni critiche e visive provenienti dalle culture femministe e queer con tecnologie digitali/elettroniche all'avanguardia e programmi per computer al fine di creare opere performative online e offline. I suoi film, installazioni, interfacce interattive e spettacoli dal vivo sono una meditazione sul potere delle immagini e delle finzioni che annullano le rappresentazioni normative di genere, sessualità e razza.

Il Palazzo delle Prigioni, di fronte al Palazzo Ducale, ospiterà la mostra a Venezia. Considerando questo luogo come un'opportunità per un lavoro specifico sul sito, Cheang creerà un'installazione immersiva con più interfacce come motivo di riflessione sulle diverse tecnologie di confinamento e controllo, dall'incarcerazione fisica ai sistemi di sorveglianza onnipresenti nella società di oggi. Usando come ispirazione dieci casi storici e contemporanei di reclusione a causa di non conformità sessuale o sessuale e razziale, "3x3x6" mette in discussione come regimi legali e visivi modifichino le norme sessuali e di genere nel tempo. Il titolo, "3x3x6", si riferisce al nuovo modello architettonico delle prigioni industriali sviluppato a livello globale: una cella di 9 metri quadrati costantemente monitorata da 6 telecamere. Combinando lo spazio fisico con un programma di sorveglianza, il progetto parla delle nuove condizioni di libertà e controllo all'interno delle società democratiche contemporanee. L'installazione è un invito a immaginare una società senza prigioni che vada oltre le classificazione epistemologiche di genere, sesso e razza.

Prendendo come punto di partenza l'interfaccia panottica che ha creato a Brandon (1998-99) - la prima arte su Internet commissionata e raccolta dal Solomon R. Guggenheim Museum di New York - Cheang trasforma lo spazio espositivo di Palazzo delle Prigioni in un territorio di sorveglianza high-tech mescolato con dati reali e immaginari raccolti dalla storia e dalle interazioni live. Gli algoritmi del computer mescolano tre sorgenti di immagini per la proiezione dell'installazione, incluse le immagini dei singoli spettatori sul posto (con il loro consenso) e i loro selfie scattati con un'applicazione per smartphone. Un programma informatico elaborerà queste immagini reali e le riprogrammerà in immagini digitali transgender e "cross-razziali" che resistono alle reti di sorveglianza.

Conducendo studi approfonditi sui prototipi attraverso la storia, Cheang forma dieci personaggi, tra cui Giacomo Casanova, Michel Foucault e Marchese de Sade, per lo sviluppo di immagini astratte e dieci video transpunk di fantasia in formato fantascientifico. Coinvolgendo documenti legali, fake news, resoconti storici, miti e fantasie, il lavoro conduce i visitatori in un labirinto di molteplici narrazioni, in cui si ricerca in maniera radicale la distanza tra colui che rappresenta e colui che viene rappresentato, l'osservatore e l'osservato. "Cheang costringe i visitatori a interrogarsi sulla distanza tra punizione e piacere, sorveglianza e lussuria, tra il sistema che apparentemente ci sta osservando e noi che partecipiamo attivamente e godiamo dell'atto di essere sorvegliati. "3x3x6" esplora la relazione tra punizione politica e godimento sessuale, tra punti di vista e processi creativi. "La mostra mira a reinventare il desiderio e il piacere oltre le norme egemoniche Invertendo gli occhi attenti della nostra società panottica per rendere legittima una visione collettiva", afferma il curatore Preciado.

Cheang afferma: "Con questa mostra esploriamo le possibili strategie di resistenza contro le società altamente controllate, la dignità autoaffermante contro la repressione e la molteplicità di ricerche autoproclamate per la (non) felicità".

Periodo di esposizione: 11 maggio - 24 novembre 2019
Sede: Palazzo delle Prigioni, Venezia, Italia

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