18. Mostra Internazionale di Architettura “Apparati diacronici di Taiwan – Architettura come dettagli in continuità con il paesaggio”

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Il Progetto espositivo “Apparati diacronici di Taiwan – Architettura come dettagli in continuità con il paesaggio” previsto nell’ambito della “18° Mostra Internazionale di Venezia – Padiglione di Taiwan” è curato da un gruppo del Dipartimento di Architettura della Tunghai University ed è organizzato dal National Taiwan Museum of Fine Arts (NTMoFA) afferente al Ministero della Cultura di Taiwan. Il progetto sarà messo in mostra presso il Palazzo delle Prigioni (Venezia, Italia) dal 20 Maggio al 26 Novembre 2023. Attraverso un inventario di paesaggi rurali a diverse altitudini e latitudini di Taiwan, la mostra presenta le specifiche conoscenze e le tecnologie che la gente mette in atto dando forma a edifici multiformi allo scopo di addomesticare l’ambiente. Lo scopo è quello di far dialogare il paesaggio costruito e il terreno reale, per imparare nuovamente dalla campagna.

Il piano “Apparati diacronici di Taiwan – Architettura come dettagli in continuità con il paesaggio” echeggia il tema principale della 18° mostra internazionale “The Laboratory of the Future”, proponendo delle idee sull’“avvenire”, ritenendo che il futuro del XXI secolo potrebbe richiederci di imboccare strade e scambi tortuosi, ricomponendo nuovamente materiali che sono parte della nostra vita e che abbiamo dimenticato in nome del progresso. Il gruppo dei curatori della mostra sono ritornati tra le montagne e sulle coste taiwanesi, alla ricerca del nutrimento per affrontare il futuro a partire dalla “quotidianità reale”. Taiwan si trova tra la zona subtropicale e quella tropicale, ma vi sono 260 cime, molte delle quali alte più di 3.000 metri e quindi vi sono compresi territori in posizione elevata con un clima glaciale e terre basse a clima tropicale. Dalla costa marittima alla montagna di Giada, la cima più alta, in una distanza di poco più di 100 chilometri è possibile attraversare 14 zone climatiche, che su scala mondiale sarebbero distribuite su una superficie di 10.000 chilometri. Tuttavia gli edifici di Taiwan è come se fossero intrappolati nel cemento e da lungo tempo non riuscissero liberarsi, cosìche il gruppo dei curatori della mostra ritiene che se si ritrovasse il legame con la Madre Terra, la sezione di Taiwan potrebbe contenere nuove tracce costruttive di ogni genere. Nel progetto “Apparati diacronici di Taiwan – Architettura come dettagli in continuità con il paesaggio”, i curatori, a partire dalla prospettiva della “sezione” hanno concentrato l’attenzione su paesaggi rurali di Taiwan posti a diverse altitudini sul livello del mare e hanno scoperto il loro intrinseco spirito di “rimodellamento”. Che siano capanni per ostriche sul mare di al largo di Chiayi, serre sulla piana di Chianan, o piantagioni di tè di Lishan, si può dire che tutti questi ambienti sono risposte strutturali ad un ulteriore “rimodellamento” conseguente all’identificazione, alla comprensione e all’adattamento al naturale effetto dei termini solari e delle serie temporali. I curatori della mostra hanno elicitato sei importanti concetti chiave (“negoziatore”, “dualità”, “protesi”, “domesticità”, “mediazione”, “filtro”) che richiamano i materiali che si trovano nei paesaggi marittimi e alpini di Taiwan per mezzo dei quali gli uomini si bilanciano, si coinvolgono e prosperano insieme alla natura, sperimentando possibili sviluppi futuri dell’architettura taiwanese.

Il curatore Tseng Wei ha spiegato che questa edizione della mostra ha il suo valore, nel tentativo di liberarsi dalle modalità descrittive postcoloniali, globali e postmoderne, partire dalle radici dell’educazione taiwanese, dalla prospettiva “from garden to field”, oltre a rivelare il vigore e sofficità degli edifici, fa sì che la materia organica e quella inorganica convivano in simbiosi, evolvano gradualmente con l’evolversi di queste incertezze e diventino l’occasione di reinterpretare le costruzioni taiwanesi. Per quanto riguarda il metodo seguito, il gruppo di curatori di questa edizione sono partiti dall’accademia, adottando la modalità di partecipazione condivisa dell’“Alleanza didattica (Teaching Alliance)”, oltre a combinarsi strettamente con le sedi dell’educazione nell’ambito dell’architettura, docenti e studenti del Dipartimento di Architettura della Tunghai University hanno progettato di realizzare insieme le principali opere d’arte da mettere in mostra e contemporaneamente hanno anche invitato a participare altri famosi Dipartimenti di Architettura di Taiwan, tra cui quelli della Cheng Kung University, della Tamkang University, della Feng Chia University e della Chung Yuan Christian University. È stata cosìampliata la capacità sperimentale e dinamica di questa edizione della mostra: tutte le opere realizzate verranno esposte insieme all’Evento Collaterale di quest’anno.

I curatori hanno allestito la mostra sulla base della struttura degli spazi disponibili, su quattro aree divise in: documentazioni del paesaggio, corridoio d’ingresso, proiezione di video, proposte di progettazioni. Queste quattro aree sono divise dalla parete verticale principale e delimitate da una spessa linea nera nello spazio espositivo, e poi sono integrate dal piano orizzontale formato dal grande tavolo che attraversa lo spazio. Nello spazio espositivo saranno anche aggiunti suoni e documentari, verranno usate raccolte di suoni ambientali di Taiwan e musica originale, oltre ai documentari della mostra, in modo che diventino fattori che rendono misurabile tempo e spazio, facendo sìche il visitatore metta in funzione ogni organo di senso, percependo il reale flusso del tempo e dello spazio. Durante la pre-apertura della mostra (18 e 19 Maggio) verranno organizzate due attività di scambio di esperienze, costituite da un Forum di discussione accademica tra esperti studiosi asiatici invitati e il pubblico, e da una testimonianza di condivisione delle opere esposte durante il seminario del gruppo dei Dipartimenti di architettura delle università che hanno curato questa edizione della mostra. Il Direttore del National Taiwan Museum of Fine Arts, Liao Ren-yi, ha affermato che il progetto per questa edizione della mostra permette di rivedere il paesaggio rurale di Taiwan e il suo aspetto naturale, e fa riflettere sul legame tra terra e architettura a Taiwan. Questo non è solo significativo a livello culturale, ma la riflessione e la condivisione da parte di ogni scuola degli stimoli alla ricerca sui paesaggi durante il processo creativo, ha fatto sìche questa edizione fosse anche più significativa dal punto di vista educativo. Il Direttore Liao ha anche sottolineato che attraverso il palcoscenico internazionale costituito dalla Biennale Architettura, le opere d’arte taiwanesi e il potenziale dell’architettura internazionale possono comunicare e dialogare tra loro.

Nel 2000, Taiwan ha partecipato alla 7. Mostra Internazionale di Architettura grazie alla curatela del National Taiwan Museum of Fine Arts, e da quel momento è sempre stata presente, nella cornice degli Eventi Collaterali, utilizzando il sistema della selezione pubblica del team dei partecipanti alla mostra, invitando ogni anno studiosi esperti di architettura nazionali e internazionali a far parte della commissione esaminatrice, per selezionare gli architetti e i team dei partecipanti alla mostra.

Il padiglione di Taiwan si trova nel Palazzo delle Prigioni, in una posizione nevralgica sia per il traffico che per il turismo, ed è un edificio antico caratteristico, dove venivano rinchiusi i detenuti in passato. Il visitatore potrà sperimentare la storicità di questo spazio sia nella creatività dell’esibizione, sia per la speciale atmosfera di questo luogo.

Periodo di apertura della mostra: dal 20 maggio al 26 novembre 2023 (pre-apertura 18, 19 maggio)
Orari per le visite:
da maggio a settembre dalle 10:00 alle 19:00 con chiusura il lunedì,
da ottobre a novembre dalle 10:00 alle 18:00 con chiusura il lunedì,
Sede: Palazzo delle Prigioni, Venezia, Italia

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